Fratelli d'Italia contrappone la scuola del Castiglioni-Mariotti - IL dizionario di latino per eccellenza - alla scuola dello schwa: ossia del gender.
Stamattina leggevo nelle Metamorfosi di Ovidio il passo sulla trasformazione di Ermafrodito, il bellissimo figlio di Hermes e Afrodite che subisce l'aggressione sessuale - diremmo oggi - della naiade Salmacide. Ermafrodito resiste, e allora la naiade implora gli dei di unirlo per sempre a lui. Gli accade dunque la trasformazione che fa di lui un ermafrodito, appunto. Con voce ormai femminile, il giovane implora gli dei di cui è figlio: chiunque si bagnerà nella fonte in cui si trova dovrà diventare come lui.
Nino Scivoletto, nell'edizione UTET, traduce:
chiunque si immergerà in questa fonte con la sua virilità ne esca maschio a metà e appena avrà toccato l'acqua diventi un rammollito.
Un rammollito? Ovidio dice:
subito mollescat in undis.
Mollescat. In italiano rammollito è un debole, senza carattere, smidollato. Mollesco, ci informa invece il Castiglioni-Mariotti, è diventare molle e, in senso figurato, effeminarsi, indebolirsi, addolcirsi. E ci ricorda opportunamente il verso di Lucrezio: genus humanum... mollescere coepit. Il genere umano cominciò a perdere la sua rozzezza.
Il termine consente dunque due letture: Ermafrodito diventa molle, dunque debole come una donna; oppure diventa più delicato, raffinato, "civile". Scivoletto, che era di Ragusa, segue senza indugio la prima via, nonostante Lucrezio. Grazie a IL sappiamo però che è possibile una interpretazione meno transfobica.
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