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Written by Trames on 2025-01-01 at 09:07

Da Il Post.

Come fa a esserci tutto questo pistacchio “di Bronte”?

Autore non specificato.

Il piccolo comune siciliano produce il pistacchio più rinomato del mondo, ma questa fama è sfruttata anche in modo ambiguo

I prodotti a base di pistacchi o con l’aggiunta di pistacchio sono una delle mode gastronomiche più evidenti degli ultimi anni. Ma non è quasi mai un pistacchio qualunque: bensì un pistacchio “di Bronte”, almeno in teoria.

C’è un motivo se molti più prodotti al pistacchio sono associati a Bronte di quanti contengano effettivamente pistacchio coltivato a Bronte, quello che può essere effettivamente indicato come “pistacchio di Bronte DOP”, cioè di Denominazione di origine protetta.

Molti prodotti hanno scritto “di Bronte” sulla confezione anche se i pistacchi che contengono sono stati coltivati all’estero, per esempio in Turchia, in Iran o negli Stati Uniti, perché sono stati poi sgusciati e confezionati a Bronte. Se i pistacchi stranieri a Bronte sono stati poi anche trasformati, anche solo sminuzzati in una granella, sulla confezione può essere scritto “prodotto e confezionato a Bronte”, in modo da sfruttare l’ambiguità tra luogo di produzione e luogo di coltivazione.

Per poter scrivere su un’etichetta che un prodotto trasformato, come per esempio un pesto, contiene “pistacchio di Bronte DOP”, il pistacchio utilizzato deve invece essere coltivato effettivamente a Bronte.

Fondamentale è specificare nell’etichetta l’esatta percentuale di pistacchio di Bronte DOP usata nella preparazione. Altra condizione da soddisfare è che quella percentuale sia costituita interamente da pistacchio di Bronte DOP: non sono consentiti blend (ossia miscugli) con altre varietà.

Perché un pistacchio di Bronte sia classificato come “DOP” è necessario rispettare alcune caratteristiche produttive, e in particolare due: deve essere coltivato sui terreni di origini vulcanica tipici della zona e deve essere raccolto ogni due anni, nel periodo che va da fine agosto a fine settembre, e rigorosamente a mano.

Anche se il pistacchio di Bronte è diventato un marchio DOP nel 2009, il suo mito cominciò già negli anni Novanta. Dopo essere diventato un gusto di gelato obbligatorio per qualsiasi gelateria, il pistacchio diventò sempre più popolare e pian piano il suo utilizzo si estese anche ad altre preparazioni. La conquista vera e propria del mercato è però un fenomeno più recente, avvenuta nell’ultimo decennio, quando anche grazie al suo colore verde e alla sua resa su Instagram il pistacchio è diventato un ingrediente comune in molti piatti anche salati.

https://www.ilpost.it/2024/12/27/pistacchio-di-bronte/

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