L'articolo è pesantissimo. Dettagliato, troppo dettagliato per la mia salute mentale, ho salutato qua e là certi pezzi perché non ce la potevo fare. Lo lascio qua con mille raccomandazioni e cw https://archive.is/W1arC
Ai tempi in cui usavo FB ero dentro tutto quello che Amanda Palmer creava. Ero patron, ho comprato il libro autografato, ho partecipato a progetti corali, ero dentro fino al collo nel gruppo di fan. Relazione parasociale? Un po' sì, ma un po' era [1/?]
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@capetaun Ti ho pensata quando ho saputo di questa storia perché ricordo che mi introducesti tu alla figura di Amanda Palmer.
La storia è veramente disgustosa e la ricostruzione di questo articolo, molto più dettagliata e con una panoramica generale rispetto a quanto avevamo potuto leggere l'anno scorso, lascia veramente senza parole.
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@capetaun >
È veramente difficile riconciliarsi con l'idea che in una stessa persona possano convivere due lati così tanto in contraddizione l'uno con l'altro, che da una parte si possano pensare, dire e scrivere cose tanto giuste e importanti mentre dall'altro si compiono azioni e gesti tanto schifosi, violenti e degradanti.
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@capetaun >
È importante che la paghi. Per le donne a cui ha fatto del male e quelle a cui potrebbe ancora farlo.
Per quel che riguarda le sue opere, francamente non so mai come pormi in questi casi. Non ho problemi nel continuare a leggere e ad apprezzarle (per quanto il mio interesse per Gaiman sia scemato tempo fa), il mio rapporto personale e i miei processi emotivi per fortuna mi permettono di essere molto distaccato in queste questioni.
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@capetaun >
Parlarne in pubblico e scriverne diventa invece un casino. Su un piano superficiale non si può negare che lo stigma sociale che accompagna questi autori un po' spaventa ed è facile essere fraintesi.
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@capetaun >
Su un piano un po' più profondo, di ideali ed etica, mi chiedo seriamente cosa si debba fare. Da un lato credo che sarebbe importante accendere i riflettori su altri autori per toglierli da quelli che potrebbero continuare a usare la loro fama per fare del male (non credo invece in certe damnatio memoriae, gli autori morti non possono più alzare un dito su nessuno).
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@capetaun >
Dall'altro lato però proprio il caso di Gaiman ci dimostra che non sappiamo mai cosa potrebbe nascondere una persona. In più mi sembra sciocco, oltre che poco salutare, fingere che un autore non sia mai esistito. Quindi che si fa? Boh, è venuto già troppo lungo questo thread.
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@MatteoCaronna @capetaun la risposta che ho trovato per me è: i crimini di unə autorə non possono né devono contaminare un'opera e l'esperienza di chi la fruisce.
Vale semmai il contrario. Se un'opera contiene dei testi e sottotesti turpi e orrendi, l'autore è chiamato a risponderne e ad accettare il giudizio che deriva da essi.
Ma se l'autorɜ è una merda umana, l'opera non può risponderne né risponderci in merito.
Il caso Harry Potter è un'eccezione nel senso che ->
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@MatteoCaronna @capetaun andando ad acquistare un prodotto legato al leggendarium potteriano, si contribuisce direttamente al patrimonio, all'influenza e al potere economico di Rowling che vengono dichiaratamente impiegati per attaccare le persone trans.
La mia, ahimè, non è una risposta definitiva né perfetta.
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text/gemini
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