Oggi mio nonno paterno avrebbe compiuto 100 anni, una cosa privata perché ufficialmente era stato registrato il 1 gennaio del 1925 (ritardo che gli permise, poi, di non essere chiamato alle armi durante la seconda guerra mondiale). Aveva la terza elementare ma amava la poesia e l'opera lirica.
Nei primi anni '70, per una malattia non meglio specificata (forse un tumore?) perse la vista. Ma non solo: in Sardegna i medici gli diedero 6 mesi di vita. Mia nonna non volle sentire ragioni. 1/n
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Parcheggiò i 5 figli (età tra i 12 anni e i 6 mesi) tra parenti vari, si fece prestare soldi da chissàchi, e lo portò a curarsi in Svizzera. Ebbe ragione lei, perché pur non potendo restituirgli la vista, i medici gli salvarono la vita.
Ma lei, quinta elementare e testarda come poche, non si fermò lì. Fece causa, perché se fosse stato curato meglio non sarebbe diventato cieco. Incredibilmente le diedero ragione, e per risarcirlo gli garantirono una pensione da invalido di guerra 2/n
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Lui che in guerra non c'era mai andato, peraltro, per quel ritardo nella registrazione all'anagrafe. La pensione ripagò i debiti e garantì una vita confortevole alla famiglia. (Lei poi prese la licenza media, e andò a lavorare come bidella, perché non era tipa da stare con le mani in mano). Lui non imparò mai il Braille, pensava a quasi 50 aanni di essere troppo vecchio, e temeva di non avere molti anni davanti perché lo sforzo ne valesse la pena. La radio divenne la sua fedele compagna. 3/4
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E si appassionò ai primi audiolibri (o in alternativa, chiedeva ai giovani accompagnatori in servizio civile di leggergli qualcosa). Faceva ginnastica tutti i giorni, un po' di cyclette e qualche antiquato esercizio di stretching. Ha conosciuto 5 nipoti.
È morto nel 2007, essendo sopravvissuto per circa 35 anni alla prima diagnosi.
Mi piace ricordarlo mentre canta le arie liriche che più lo appassionavano.
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PS vista a parte, nel corso dei decenni da pensionato godette di ottima salute sino a pochi giorni prima di morire, quando passò dal sonno al coma. Nella mia limitatissima conoscenza, pensai di fargli ascoltare "Nessun dorma" per svegliarlo, ma non feci a tempo.
PPS Al funerale, mio padre indossò una camicia granata. Scoprimmo così che pur avendo professato fede rossoblù (Cagliari, che però divenne forte quando lui già non vedeva), nonno era rimasto affezionato al Grande Torino. 5/4 fine
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